Giovedì, 17 Maggio 2012 22:35

Dibattito per le elezioni presidenziali in Messico. Il trionfo di Julia Orayen

Scritto da  Gerardo

La notte del 6 maggio si è svolto il primo dei due dibattiti pubblici tra i vari candidati alla presidenza della Repubblica messicana. I partecipanti erano: Josefina Vázquez Mota, rappresentante del Partido de Acción Nacional (destra), Andrés Manuel López Obrador, rappresentante del Partido de la Revolución Democrática (sinistra), Gabriel Quadri de la Torre, rappresentante del Partido de Nueva Alianza (centro/destra) e il grande favorito, Enrique Peña Nieto, rappresentante del Partido de la Revolución Institucional (centro).
Nel seguito, il resoconto dell'amico di A.S.Fe.R., Francesco Gervasi, dell'Universidad Autónoma de Coahuila (Messico).


A livello di contenuti, Quadri è sembrato inaspettatamente il candidato più incisivo, soprattutto perché, essendo il meno favorito, in pratica non è stato quasi mai preso in considerazione dagli altri aspiranti alla presidenza. Gli altri tre candidati, invece, si sono principalmente prodigati in attacchi volti a screditarsi a vicenda, senza riuscire a manifestare con chiarezza gli elementi di forza del proprio programma politico. Forse l’unica cosa interessante di tipo propositivo è stata l’affermazione, da parte di Manuel Obrador, che nel caso risultasse lui il vincitore delle prossime elezioni presidenziali, dimezzerà lo stipendio di tutti i parlamentari. Per il resto, davvero, mi è sembrato di vedere lo stesso triste spettacolo al quale, da anni, siamo abituati ad assistere anche in Italia: pochissimi argomenti e tantissimi colpi, più o meno bassi, volti ad annichilire l’avversario.

Di fronte a questa quasi totale assenza di contenuti, probabilmente gli aspetti relativi al dibattito che maggiormente hanno richiamato l’attenzione sono stati soprattutto due:
1) La polemica nei confronti di TV Azteca, che ha deciso di trasmettere, alla stessa ora del grande evento politico, una importante partita del campionato di calcio messicano tra Morelia e Tigres. Vale la pena ricordare che il proprietario di TV Azteca, Ricardo Salinas Pliego, che è anche il presidente del Morelia, ha difeso nel suo blog la scelta di trasmettere la partita sostenendo che rappresenta una “legittima strategia corporativa basata sulle preferenze del pubblico”. Gli affari sono affari, come direbbero i vicini “gringos”.
2) Il secondo elemento che ha occupato tutte le pagine dei giornali messicani nel “day after” dell’evento è stata la presenza come valletta di una avvenente, e soprattutto molto svestita, ex playmate e modella argentina di nome Julia Orayen, che ha rappresentato il vero polo di attrazione per il pubblico messicano. La maggior parte dei giornalisti, commentatori ed esperti di politica, invitati nelle trasmissioni dedicate al post-dibattito, ha condannato con fermezza la presenza troppo ardita dell’argentina (specialmente, come si diceva, per il vestito bianco super scollato e super attillato che indossava), vista come una offesa nei confronti della serietà dell’evento, mentre la stragrande maggioranza dei telespettatori (di sesso maschile) l’ha apprezzata tantissimo, nominandola, all’unanimità, “la veradadera ganadora del debate” (la vera vincitrice del dibattito).
La presenza di Julia pare non sia dispiaciuta neanche al candidato Gabriel Quadri, il quale è stato immortalato dalle telecamere mentre “ispezionava” con sguardo eloquente le sue forme sinuose e generosamente scoperte.

Mi ha raccontato mia moglie che in un programma di satira politica, che si chiama Política Cero, il conduttore, prendendo spunto dall’occhiata maliziosa di Quadri, ha proposto una classifica dei 5 politici più “porcellini” che, a livello internazionale, si sono fatti beccare dalle telecamere per aver lanciato qualche sguardo, o per aver compiuto qualche atto, interpretabili come una mancanza di rispetto nei confronti di qualche rappresentante del gentil sesso. Provate a indovinare chi si è piazzato al primo posto? Vi do una pista: è italiano e si chiama Silvio…
Beh, in questo caso si può dire che il “macho” (maschio) italiano ha avuto la meglio su quello messicano ma, credetemi, come italiano all’estero, non mi ha fatto sentire molto orgoglioso.


Francesco Gervasi
Universidad Autónoma de Coahuila (Messico)



Gabriel Quadri mentre ammira il lato B della valletta Julia Orayen

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